(March)ing on ~ Lindagine.it
Through the wind, you walk, the truth unfolds.
Thoughts start to get clear, so does the plot;
you take all the mistakes; in the mist, you flow.
March starts to howls, now a song:
leave the crowd, those doubts, bless the fall;
There is no delay you need to lay the blame on
if those missteps connected all the dots.
You learned, you earned, you’ve got through;
what once was loss now bends to broader view,
you know time is not about how much, but how;
there’s so much to learn, so much to do.
You learned, you earned, you’ve got through;
perhaps it’s time to express some more gratitude:
to those ones I love, thank you.
For every path I swore had led me wrong,
was but the way to where I felt myself, I got I belong.
So we’re marching on, we’re marching on
So we’re marching on, we’re marching on
All rights reserved ©️ Author: Linda Cianci (Lindagine)
CHIAVE DI LETTURA:
"Marching on" è la nuova Lindagine di Marzo, in inglese "March", da cui deriva il titolo giocando con le parole. L'espressione infatti, se tradotta, significa "andare/marciare avanti".
Il tema di questo mese continua il viaggio iniziato a gennaio 2025 e può sintetizzarsi in due termini: gratitudine e consapevolezza, che si esplicano sotto le chiavi di lettura della memoria e dell'esperienza, che- a loro volta- ben si possono cogliere con la metafora delle orme e dei passi (seppur in questa poesia è tutto assai velato) mentre si cammina "through the wind and the truth unfolds".
Il punto è il seguente: ogni passo, anche quello più errato, aggiunge esperienza al cammino. Abbiamo due opzioni possibili: scegliere di disprezzarli e cancellare le orme o scegliere di costruire un sentiero unitario per orientarci e costruire nuovi passi, sempre nuovi ed infiniti, grazie sia all’intuito ma soprattutto alla memoria, al metodo, all'apprendimento e all’esperienza: elementi tutti che connettono i punti “dots”, seppur differenti e “distanti” tra loro nel tempo e nello spazio. Questo è ciò che crea unità al percorso ed un senso.
Eppure il sentiero c’era da sempre e magari noi eravamo là, ma abbiamo camminato in cerchio non rendendoci conto che non avevamo una direzione e ci perdevamo. Cosa mancava? Il sapersi riconoscere.
Se ci pensiamo, ogni passo, anche il più incerto, lascia un segno. Non è isolato, ma fa parte di una trama più grande. Ma finché non la riconosciamo, seppur “sia lì la risposta”, in realtà non esiste (per noi). È necessario dunque rendere questa risposta immanente e concretamente visibile, con la consapevolezza che è e siamo sempre “abbozzi in divenire”, mai compiuti, per dirla anche alla Svevo, dunque c'è e ci sarà sempre da aggiungere [...]. Ecco che la memoria diventa allora strumento di riconoscimento, non solo di ciò che è stato, ma di ciò che siamo e di ciò che possiamo diventare e, annotando le esperienze, le quali non si cancellano ma “abbozzano paradigmi concreti", possiamo essere in grado di costruire e vedere l’unità del nostro sentiero e percorrere il filo, non in realtà così invisibile, che unisce passato, presente e futuro e “avanzare in avanti” e “puntare sempre più in alto” - come diceva Lindagine di novembre 2024.
In sintesi, è attraverso i passi, giusti e non, che il nostro sentiero si costruisce e si rafforza, diventando un “movimento continuo”, in espansione, che connette il “nostro” spazio e tempo. C'è sempre dunque un lato positivo da cogliere "in ogni dove". Il riconoscimento di sé diventa così eterno: non perché si resta immobili in un “passo fisso”, ma perché, passo dopo passo, si ripresenta la sfida del sapersi ri-conoscere sempre, continuamente— con nuova esperienza da annotare alla memoria — trasformandoci, ma senza perdere la connessione con il nostro cammino.
"Marching On" ci invita quindi a guardare indietro non con nostalgia o rimpianto, ma con gratitudine. Ogni esperienza contribuisce, anche quelle più insormontabili, alla nostra crescita, ma il sentiero non è a priori predeterminato, solo se lo sappiamo riconoscere e costruire si riuscirà ad “avanzare in avanti”, con la consapevolezza e senza dimenticare il “dietro” —- pena il rischio di girare sempre in cerchio e rimanere intrappolati in un loop, seppur sia lì la risposta e pena la mera esistenza statica e “morta” della nostra identità, passi e crescita nel tempo che nello spazio.
Brava Linda. Ciascuno ha il suo percorso. Essere grati agli ostacoli è nobile e non da tutti. Non è da tutti nemmeno essere così aperti e condividere certe riflessioni e sopportare certi periodi di tempo. Ti auguro tutto il meglio. Sei una brava persona. Ti ammiro molto. Complimenti per tutto
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