Tra Antica e Nuova Roma: storia o attualità? ~Lindagine.it
"Corruptissima re publica plurimae leges": questo il monito di una delle opere più note di Publio Cornelio Tacito, noto oratore e storiografo della letteratura latina, che riecheggia ancor oggi tra noi posteri, invitandoci a riflettere su come: “Quando le leggi sono innumerevoli, il Governo è corrotto”.
L’autore fa riferimento ad eventi legati alla storia romana come il periodo successivo alla cacciata di Tarquinio il Superbo, in cui le leggi, per quanto mirassero a colpire i malfattori, furono spesso introdotte con la forza per conflitti sociali e per raggiungere poteri illeciti o bandire uomini illustri (esempio il caso dei Gracchi) […]. Il governo romano tentava di assicurare la legalità e la sicurezza solo mediante strumenti sanzionatori, pensando così di poter arginare i reati e la corruzione. In realtà, questi strumenti si rivelarono solo vie funzionali ad alimentare il caos e il “terrore”e la corruzione del governo stesso e dei suoi membri interni.
Il tentativo e l’illusione da parte dello Stato di poter controllare, regolare, produrre un ordine assoluto attraverso la legislazione e la mera burocrazia “automatica”, andando a delegittimare la così definita “facoltà di scelta e valutazione individuale”, si risolse in una frenesia legislativa ad personam che difendeva solo gli interessi di pochi, a discapito della giustizia, della sicurezza sociale e dell’intero popolo romano.
Si può attualizzare questa “storia”? Forse. I messaggi sono molteplici, ma qui ci si focalizza sull’idea di ripensare la burocrazia e di ritrovare un bilancio. È vero che il palazzo dei burocrati dona credibilità, attendibilità e concretezza, ma fino a che punto questi sono parametri che possono realmente sostituire il processo educativo ed evolutivo di un popolo che deve fare il suo corso?
Non si risponderà qui direttamente (per una risposta più dettagliata, le prossime “Lindagini” non mancheranno di approfondire il tema), ma solo con due noti aforismi, aggiunti ovviamente a quello già citato: “La routine della tecnica burocratica gli paralizzerà lo spirito e gli legherà le mani. Godrà di sicurezza. Ma questa sicurezza somiglierà piuttosto a quella di cui gode il condannato tra le mura di una prigione. Egli non sarà mai libero, nè di prendere decisioni, nè di costruire il proprio destino.” (Ludwig von Mises, in “Burocrazia”); “Perchè siamo nell'epoca del terzo cavallo, e del cavaliere che ha in mano la bilancia, perché nel nostro secolo tutto è bilancia e contratto, e tutti quanti non fanno che cercare il loro diritto. Ma in forza del solo diritto non conserveranno niente”. (F. Dostoevskij)
©️Author: Linda Cianci (Lindagine)
Aspettiamo curiosi la prossima Lindagine
RispondiElimina