Penna Capitale ~ Lindagine.it
Al barlume di un lume, tra le note della notte un giudice di corte dalla sua coorte fa ritorno. Tra echi di stormo, tonfi di gavel in piombo, tribù in tribunali improvvisati affollano un lago del corso. Ma il giudice accorto, quasi a corto d’olio, cerca di tagliar corto, devia dalla via del fiume. Ma il lume lo riconduce al “lago” del corso; devia invano dalla via del borgo, ora delle dune. “Signor Giudice, non sa che a raggirar il fato si perde solo fiato? A scena muta, muta scena mai lo scenario. Può solo imbrattare “d’olio” quel foglio di acqua. Non sa che su “lago della bilancia” naviga solo “l’arca del giudicato”?”. “Oh Lume, se le folle si pèrdono, io le perdòno, ma anch’io son uomo come loro e ho bisogno di luce. In balia del giudizio scambio da un po’ casa per causa, Ti chiedo solo una pausa, mirar quell’aula a porte chiuse”. Ma il lume non sentì scuse, adesso è buio pesto. Sai che non esiste scelta per chi è prescelto? Così il giudice scrisse di g...