L’abito che fece il monaco ~ Lindagine.it
Ai margini di argini di un fiume in piena,
pastori a schiera si abbeverano all’alba.
Nell’ora più tarda contano il bestiame,
le ore in base alla fame, finché un giorno una fiamma:
“Badate al rovo rovente in cui mi ritrovo,
da qui uno stormo al plenilunio spiccherà il volo.
E non lascerà traccia del rogo, sarà amnesia e siccità in ogni luogo”.
Giunse l’oblio, il fiume mutò in fango;
mutò il lignaggio , fu nuovo “linguaggio”.
Così anche il giorno più infausto divenne fasto.
Sai che ogni abitudine impone un “abito nuovo?”.
Così il fango fu chiamato acqua, l’acqua fango;
un pastore esiliato per vanto ed omaggio di antiche provviste.
Ma sai che il passato va narrato con passo felpato?
Così, "forzato" e inadatto, il pastore bevve il fango, dimenticando anche lui il mondo in cui visse.
©️Testo coperto da copyright ©️ Testo ad opera di Linda Cianci (Lindagine)
Chiavi di Lettura:
Lindagine di questo mese si limiterà a dare due telegrafici, possibili spunti di riflessioni, apparentemente coincidenti, ma, "essenzialmente", divergenti tra loro. Non si approfondiranno, pertanto, volutamente, né la simbologia, né la tematica in senso stretto trattata , lasciando così al lettore/lettrice la possibilità di una propria interpretazione.
- La tirannia dell’abitudine: (si riporti in prosa la trama de Lindagine con alcuni dettagli mancanti in rima per comprenderne il significato). Ad un antico popolo di pastori, venne annunciata una profezia da una fiamma (simbologia della “magmaticità” della realtà all’interno della quale la società vive e si costruisce). Si prevedeva un lungo periodo di siccità, caratterizzato dalla scomparsa della loro “vecchia” acqua (simbologia della fluidità e cambiamento di un modo di fare o credenza) e un lungo periodo di amnesia dell'esistenza stessa del loro mondo d'origine, qualora i pastori avessero bevuto dalle nuove sorgenti. Pertanto, la fiamma invitò loro a raccogliere delle provviste, al fine di non essere vittima dell’oblio annunciato. I pastori diedero l'incarico al vecchio saggio del villaggio, il quale, tuttavia, a seguito dell'avverarsi della profezia, rimase l’unico con l’abitudine e abitudini del vecchio mondo e, al momento di fronteggiare, assieme agli altri pastori, il “nuovo”, ormai già abitudine per loro, a causa dell'immediato oblio del vecchio, fu considerato pazzo ed esiliato. Difatti, ritornando al villaggio, venne quasi considerato un atto di eresia il vanto ed omaggio al suo popolo di quelle "antiche provviste", considerate, oramai, come il fango del vecchio mondo (paragonabile quasi ad uno strumento di attacco o congiura). L'oblio, infatti, "mutò il linguaggio e il lignaggio”, cioè parole, stirpe e tradizioni, che permisero di identificare e chiamare l'acqua fango e viceversa, creando una nuova abitudine e credenza, poi realtà per il popolo di pastori, che non riconobbero più l'antecedente, seppur ancora esistente. Fu così che, il saggio pastore, rendendosi conto di essere ormai inadatto al nuovo mondo, "in minoranza", e di essere, nonostante l'esilio, sempre vincolato a quel tipo di realtà, che ormai dava, da ogni tentativo di semina, il raccolto del nuovo mondo e “provviste contaminate”, decise, , sebbene in realtà costretto e forzato, di bere il "fango", cioè la nuova abitudine, "dimenticando, anche lui, il vecchio mondo in cui visse”. (Per un ulteriore spunto, più moderno, sul tema si rimanda a Lindagine "Messa a terra o salvavita")
- Il potere dell’abitudine: Si parta dai versi “Sai che il passato va narrato con passo felpato?”. Nel caso de Lindagine, è evidente la necessità del pastore di far comprendere a chi ormai soggetto da amnesia ed oblio il vecchio mondo e, in particolar modo, l’irrazionalità del bere il fango, seppur ormai chiamato acqua. Ma il ragionamento vale anche per il fenomeno inverso. Semplicemente, si ritiene che l’introduzione del nuovo o vecchio abbia, nel bene e nel male, come passaggio obbligato, a che fare con l’utilizzo e sfruttamento dei cd luoghi comuni, affinché il processo non sia mai ex abrupto, d'impatto, ma graduale,"normale"/familiare, “riconosciuto” da tutti o quanto meno dalla maggior parte degli individui coinvolti, pena la tirannia stessa dell’abitudine che soccomberà chi “non si sarà adattato”. A tal proposito è emblematica Lindagine del mese nei versi : Così forzato e inadatto, il pastore bevve il fango, dimenticando anche lui il vecchio mondo in cui visse". Una dimostrazione empirica dell'effettività di tale concezione, più pratica ed incisiva, dunque, che mette in risalto l'importanza del tema dell'abitudine e, soprattutto, del riconoscimento con i suoi effetti [...] potrebbero essere - ad esempio- le scelte dei titoli della stessa Lindagine mensile o, meglio, di qualsiasi testata giornalistica, che sfruttano proprio i luoghi comuni per creare una mediazione tra pubblico e contenuto, potendo introdurre un ipotetico "vecchio o nuovo", ma con "passo felpato".
Al netto dei due ragionamenti proposti, dunque, due sembrano essere - in tal Lindagine- i fenomeni/conseguenze classificabili dell'abitudine: La tirannia (subire l'abitudine); il Potere ( sfruttare l'abitudine) es. mediante i luoghi comuni [...], seppur, in quest'ultimo caso, il risultato presenterà, sovente, uno scarto dato dall'impossibilità di poter introdurre in toto o, quanto meno nel breve termine, il vecchio o il nuovo [...]. A tal proposito, si riportino dei versi inediti di un'altra Lindagine: Così si bada ad introdurre il nuovo per prassi, trai solo vantaggi, ma la verità giacerà sul fondo; A fiato corto, abbandono la nave, tra un mare di parole, parlo il linguaggio di un altro mondo[...].
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