L’ora più buia ~ Lindagine.it


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Oltre le dune, cune e villaggi,

un'eco risuona, musica giganti;

tuona l’ora più buia, infuria coi lampi

in codice morse a ritmo di serpenti a sonagli.


Ora la foschia incide l’intento, 

uccide l’inverno, penetra ogni interno.

Sai che ogni fortezza fermenta il suo crollo?

Sull’orlo del mondo è legge il segno dell’incerto.


Così i giganti in preda a sgomento, riuniron consiglio,

ad un miglio verde di “spalle”,

riscrissero legge con l’inchiostro dell’istinto


Ora oltre valle, avallano il rischio

lasciano il giaciglio ma per fortezze in cemento

contro le minoranze, contro ogni avvertimento:


Ma sai che l’ora più buia infuria meno all’esterno.

Sai che l’unico punto fermo è il movimento.



© Testo coperto da copyright © Testo ad opera di Linda Cianci



CHIAVI DI LETTURA:

Due sono le chiavi di lettura di questa Lindagine del mese, che possiamo così sintetizzare:

  1.  Il Potere. Esso, qualora rimanesse statico (trovando una sua certezza/fortezza) diverrebbe causa della sua stessa distruzione e non solo, ma anche della legge e dei popoli coinvolti, proprio come avviene ai giganti del brano. Ciò in quanto la natura del potere è l'incertezza e l'equilibrio del suo esercizio va trovato partendo proprio da questo presupposto, non altri, non alterandolo. Non è dunque costruire  "fortezza", ma il movimento, in questo caso rappresentato dal "giaciglio", il più sicuro strumento di difesa. 1.1 Inoltre, si vuol evidenziare come l'essenza del potere sia appunto l'incertezza. Il potere è incerto, poiché umano. Umano non immorale. Ammetterne l’immoralità, anche se è un cliché da molti secoli, significherebbe implicitamente sostenere che la natura umana debba classificarsi come buona o cattiva, cosa che Lindagine dubita fortemente.  
  1. La Legittimazione. L’antico artificio per legittimare l’esistenza della società civile, una volta creata, si crede si riproponga sempre, ma su altri piani. (l'espressione "l'inchiostro dell'istinto" apre questa seconda tematica con le sue contraddizioni) [...] Ciò perché, come si spiegherà meglio nei punti successivi, è il "livello che cambia, non il gioco, né il giocatore". Ci sono tuttavia delle eccezioni, perché cambiano le regole. Giusto per darne un cenno si pensi al tema della paura - personificata dall'inchiostro dell'istinto (che tuttavia rappresenta anche altro- vedi punto 1.3)- che diverrà da emozione di sopravvivenza, un'emozione di distruzione; si pensi poi al più antico concetto del "barattare la propria libertà per la sicurezza", che si trasformerà per i giganti del brano che "avalleranno il rischio e riscriveranno legge affinché venga costruita una fortezza" - parafrasando il testo- da antico espediente della società a fondamento della sua stessa distruzione, in quanto non si sarà prestato sufficiente ascolto e non si saranno rispettate le leggi di quel livello e gli avvertimenti del potere, personificati qui dalla foschia, serpenti a sonagli, spalle dei giganti (simbologia punto 1.3). Si crea dunque, volendo quasi fare uno schema grafico, un chiasmo concettuale qualora si paragonassero i primi due stadi/livelli, (stato di natura-società civile; legge-potere) in cui appunto è il livello che cambia con le sue regole ma non il gioco, né il giocatore. Questo avanzare di livello continua e ricerca sempre un nuovo equilibrio. Ma questo sarà frutto di un'altra Lindagine. Ci si chiede tuttavia se sia l'equilibrio in sè l'ultimo livello o si possa trovare un livello definito e definitivo cui poter tendere e/o raggiungere, seppur la storia abbia sempre dimostrato il contrario.



  1. Il movimento come fortezza:

La prima tematica de Lindagine del mese, dunque, si può così rubricare: “Il mantenimento del potere: il movimento”.

Nel brano si contrappongono due figure “l’ora più buia”- che rappresenta il potere, la sua paura e tutte le possibili accezioni-  che si manifesta con la foschia e lampi- che rappresentano il movimento- ; e i “giganti”- che rappresentano la società civile-  divisi tra minoranze e maggioranze a seguito del Consiglio convocato a causa del pericolo incombente. Essi non coglieranno l'avvertimento dei cd. "serpenti a sonagli" e delle "spalle dei giganti" ( simbologia al punto 1.3) circa l'essenza del potere, sempre pronta a minare lo stato dell'arte da ogni dove. Delibereranno, infatti, in preda a sgomento, una nuova legge dettata dall'inchiostro dell'istinto, dunque dalla loro paura, che infervorando gli animi dei votanti e poi legislatori, condurrà loro a costruire una fortezza e isolarsi paradossalmente dal loro stesso regno, invece di comprenderne le criticità e prestarsi all'ascolto delle regole "del loro livello" e incentivando la partecipazione.  Per citare una vecchia Lindagine: "Sai che da ogni dove, nasce un dovere". Ecco che la fortezza diverrà da riparo, fonte di autodistruzione.

Il concetto che più preme sottolinearsi, dunque, in questo primo punto è il seguente : più strutturato e statico è il luogo di riparo più l’ora più buia, nella sua accezione negativa (v. 1.3), attecchirà con facilità segnando la fine del regno. Ecco anche spiegato il "ma" del verso "lasceranno il giaciglio, ma per fortezze in cemento". Il giaciglio rappresenta il riparo necessario che rispondeva all'esigenza di movimento.

Per rendere più concreto il messaggio, si pensi ad un accampamento/fortezza in guerra. Esso/a sarà più “bersagliabile”, una volta scovata, rispetto a chi si mimetizzerà con il campo di battaglia, muovendosi costantemente.  Ecco dunque anche spiegate in breve le righe «Sai che ogni fortezza fermenta il suo crollo? Sull’orlo del mondo è legge il segno dell’incerto». (cioè il costante movimento, da non confondere con una mancanza di equilibrio durante l'esercizio del potere. La sfida sta infatti nel bilanciare i due aspetti)


  1. 1.2 La Banalità della Forma:

Prima di approfondire le varie metafore, Lindagine vuol sottolineare, in disparte, come strettamente interconnessi siano da sempre stati, fin dall'alba dei tempi, i temi del potere, paura, legge, natura  istituzioni. Nulla di nuovo del resto. Con l'espressione "banalità della forma" qui si vuol approfondire proprio il concetto sopra detto: "E' ilivello che cambia con le sue regole, non il gioco, né il giocatore".   

Questo lo si spiega e dimostra partendo proprio dall' espressione "inchiostro dell'istinto" che unifica in sé due tematiche, che si scomporranno concettualmente a loro volta: la paura ( istinto), - la legge (inchiostro). Analizziamo questi livelli:


1.La paura: Il tema della paura (l'istinto), può considerarsi in due differenti accezioni (positiva e negativa) in base al livello di riferimento in cui si agisce. Per paura che la "foschia penetri"-dunque che essi non sopravviveranno - i giganti comprendono che sia d'obbligo un cambio di rotta di potere nel loro regno, dunque la necessità di cambiare. Ma sempre per paura di perdere lo stesso e il cd status quo, modificheranno e delibereranno delle regole non adatte al loro livello e questo sarà motivo della loro distruzione. In questo caso è una paura che blocca. Sarà distruzione perché, una volta che la foschia penetrerà  all'interno della fortezza, citando il testo,  non avendo costruito vie d'uscita, essendosi cullati  i giganti nella certezza della stessa, la foschia distruggerà tutto. Si crea qui, per così dire, un chiasmo concettuale qualora si paragonassero i primi due stadi/livelli, (la paura dello  stato di natura-società civile; la paura nel livello legge-potere), in cui appunto è il livello che cambia con le sue regole ma non il gioco, né il giocatore.  Difatti la paura diverrà da emozione di sopravvivenza, un'emozione di distruzione qualora non si comprendano le sue regole. 

A ciò, è possibile collegare, seppur questa sembri essere un'altra Lindagine ancora, il tema dell'effetto della paura sull'applicazione e rispetto della legge, cioè su chi applica ed esegue- essendo questi pienamente consapevoli. Qui si crede fortemente che la legge se da una parte civilizzi, dall’altra deresponsabilizzi, garantendo un’alibi a chiunque se ne serva, in particolare modo al potere, di scegliere incoscientemente perché giustificati dall’"inchiostro dell’istinto".  C'è sempre questo rischio, citando il testo, che si può avallare. Tuttavia nella storia, anche ciò è stato ampliamente indagato. Qui si propone solo, ma ci si chiede allo stesso tempo se sia davvero possibile proporlo, lo stesso ragionamento ma presupponendo che -per i motivi che si diranno sotto e e analizzando la simbologia al punto 1.3- a causa di questo "inchiostro dell'istinto", la facoltà di pensare persista, sempre, ma diventi essa stessa poi un'alibi [...]. Si spera non sia troppo azzardato e non si abbia parlato a sproposito.


2. L'inchiostro dell'istinto: Secondo Lindagine del mese ogni “legge umana è l’inchiostro dell’istinto”. Esso rappresenta lo scarto tra il momento della creazione della legge e la legge stessa . E' un'espressione di per sé contraddittoria, se ci si pensa, che unisce l'elemento soggettivo della legge "l'istinto e la necessità per cui viene creata"; all'elemento oggettivo "l'inchiostro", le parole e il significato delle stesse, che dunque poi avranno vita a sé, creando certezza. Come un figlio che è altro dai suoi genitori, ma porta con sè il materiale genetico. Ma questa certezza dovrà comunque essere gestita tra razionalità e istinto ( dal comportamento umano, insomma, che rimane in parte irrazionale)[...]. Ciò creerà un nuovo "conflitto", se ci si proietta nell'ambito dell'esercizio del potere, perché esso è incertezza che stuzzica le passioni umane, mentre la legge è certezza. Si crea pertanto, una nuova necessità di equilibrio in questo nuovo stadio che Lindagine definisce  "legge-potere". Probabilmente nulla di nuovo nemmeno qui.

A differenza della paura, tuttavia, in tal caso, non si forma un chiasmo concettuale qualora si paragonassero i primi due stadi/livelli, bensì, da questo punto di vista, proprio perché il livello è cambiato, cambiano anche le regole e qui si aggiungono le cd regole del potere. La loro valenza, distruttiva o costruttiva, dipenderà come i "giganti" le interpreteranno, proprio perché il potere è incertezza, l'incertezza può generare una crisi e la crisi apre la possibilità al libero arbitrio. Ecco, forse, un altro motivo per cui il potere non dovrebbe essere definito immorale (oltre al motivo all'inizio detto).

Trovato l'equilibrio e comprese le leggi, si passa poi ad un ulteriore livello successivo o forse un sottolivello: la contrapposizione tra "littera legis" e istituzioni. Nel senso che una cosa sono le leggi e la loro certezza/inchiostro, altro sono le istituzioni e chi/come vengono gestite (i comportamenti che sono umani). Ma questa è un'altra Lindagine ancora e si spera non si sia nuovamente parlato a sproposito. Con questo punto, dunque, si voleva dimostrare come il gioco e giocatore rimangono sempre i medesimi. 


 

  1. 1.3. Metafore e simbologie:

 L’ora più buia: personifica il potere, la sua paura, che se compresi nelle loro regole condurranno ad un retto esercizio dello stesso; viceversa, qualora sia più l'istinto che l'inchiostro a prevalere innanzi a questa sfida, condurrà alla distruzione.---- L'ispirazione viene dall'omonimo film, così come l'espressione " ad un miglio verde di spalle". Per "spalle" si intende poi le cd "spalle dei giganti", secondo il più antico brocardo latino "nanos gigantium humeris insidentes".


La foschia: rappresenta il movimento e gli effetti/conseguenze del potere. Può declinarsi sotto una duplice accezione: positiva se si considera la capacità mimetica nella stessa; negativa qualora portasse ad un offuscamento e perdita di controllo, che inevitabilmente conduce chi detiene il potere ad un' (auto) distruzione, in quanto condurrà a stasi, ad un blocco, sia esso decisionale o di altra natura.


Serpenti a sonagli: rappresentano il primo avvertimento dato ai giganti, la morale e coscienza del potere. Anche tale figura, contrariamente ai cliché popolari, può declinarsi sotto una duplice veste: positiva qualora si comprenda la necessità di cambiare pelle (come la foschia qui è sinonimo di movimento del potere), nonostante la natura rimanga quel che è; negativa qualora il veleno - che rappresenta l'eccessiva bramosia di potere- e la paura - che i serpenti possono suscitare, dunque paura della perdita del potere- portino ad un isolamento ed irrigidimento delle leggi/schemi/tattiche difensive, che invece di proteggere, calcolando il campo da gioco e le sue regole, distruggeranno, dato che  i giganti costruiranno una fortezza dimenticandosi dell'ambiente circostante. Sappiamo, infatti, dal testo ,che: "A ritmo di serpenti a sonagli, [...] la foschia penetra da ogni interno  ".


L'inchiostro dell'istinto: rappresenta lo scarto tra il momento della creazione della legge e la legge stessa .E' un'espressione di per sé contraddittoria che unisce l'elemento soggettivo della legge "l'istinto e la necessità per cui viene creata"; all'elemento oggettivo "l'inchiostro", le parole e il significato delle stesse, che dunque poi avranno vita a sé, creando certezza. Ciò creerà un nuovo "conflitto", se ci si proietta nell'ambito dell'esercizio del potere, perché esso è incertezza che stuzzica le passioni umane, mentre la legge è certezza. Si crea dunque, come detto sopra ne "la banalità della forma", una nuova necessità di equilibrio in questo stadio successivo  "legge-potere". Da qui poi ancora si può applicare la stessa logica dei livelli (come detto: es. livello successivo "littera legis-istituzione) fino a voler trovare un rimedio definitivo, seppur Lindagine rimanga dubbiosa [...]. Infine, "l'istinto" rappresenta anche il tema della paura, da inquadrare, come già evidenziato, all'interno della stessa logica dei livelli e nel suo schema a chiasmo.


Fortezza vs. Giaciglio:  Le fortezze paradossalmente sono uno dei più antichi ostacoli al mantenimento duraturo del potere. Sono facilmente individuabili, poco mimetizzabili ed una volta addentratisi all’interno, la struttura della stessa sarà la chiave del declino dei suoi rifugiati, qualora non vi siano vie d’uscita/concetti valvola (per la legge), proprio come nella situazione del brano. Ecco che “ l’unico punto fermo, cioè l’unico rifugio, rimane il movimento”. E ciò può declinarsi non solo a livello strategico, ma anche a livello politico, artistico e nei più svariati ambiti. Ecco che il giaciglio rimane la "fortezza" più auspicabile, o almeno così si ritiene […]. Ecco che anche qui si ripropone lo schema a chiasmo, come per la paura, per cui "barattare la propria libertà per la sicurezza" se prima era fondamento costruttivo, ora è causa di distruzione. Tuttavia qui, come sempre si ripete, #Lindagine vuol solo dar uno spunto. Ci sarebbe infatti un’odissea da scrivere e si spera sempre non a sproposito.





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