NEMESI ~ Lindagine.it

https://drive.google.com/uc?export=view&id=109HHaHfipOaZ5o7Ja1G-7nWUf3Lp6rkW 

Sulla terra degli albatri e dei liberi arbitri,

tra baratri e bivi, fioriva un germoglio.

Su di un prato incolto, notò delle radici

così, s’incamminò goffo per un confronto.


“Voi così recidivi, meglio se ti recidi”.

“E in fondo, cosa infondo io a questo mondo?”.

Adattarsi non rende adatti, fuggì senza preavvisi.

Ora però è “stormo” e ,al grido della loro siccità, sordo.


Come sulla terra dell’eco e del rimbombo,

un ego seminava in attesa del primo raccolto.

Ma l’ombra del suo corpo celava la luce del sole

e giorno dopo giorno non un "fiore" fiorì nel suo "orto".


Attese un’intera stagione, nulla cambiò.

Le radici inadatte al calore, nessuno aiutò.

E Tu, Gentil Lettore, adesso a chi dai ragione?

Ma sai che a pensar troppo in questo mondo si dà di matto un po’.



© Testo coperto da Copyright © Testo ad opera di Linda Cianci



CHIAVE DI LETTURA:

Due storie, una morale, un titolo: Nemesi.

Tuttavia, l’interpretazione, seppur velata tra le righe, è lasciata al “Gentil Lettore” e qui non si dirà molto se non una breve spiegazione circa il perché della scelta del titolo “Nemesi"(da considerarsi la chiave di lettura dell’intero testo, nonchè fonte di ispirazione); e la simbologia dietro all’eco e rimbombo della seconda parte de Lindagine.


1. La Nemesi è intesa come la personificazione della giustizia, in quanto garante di misura e di equilibrio, e come tale, era divinizzata nell'antichità classica. Modernamente, invece, ed è ciò che più collima con la lettura del testo, è intesa come fatale punitrice della 𝐭𝐢𝐫𝐚𝐧𝐧𝐢𝐝𝐞 e dell'𝐞𝐠𝐨𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐢𝐬𝐦𝐨 attraverso le alterne vicende della storia. (anche più o meno recenti o recentissime)

Ed è proprio su queste due vicende che #Lindagine del mese invita a riflettere, non svelando esplicitamente la morale:

"E tu, Gentil Lettore, adesso a chi dai ragione? 

Ma sai che a pensar troppo in questo mondo si dà di matto un po’".



2. Eco-Rimbombo: 

Eco e Rimbombo fisicamente sono due fenomeni diversi, diversa frequenza ed effetto uditivo.

Ma in ambedue i casi, seppur nell’eco il suono di ritorno sia più limpido rispetto al rimbombo, a nulla ciò può giovare a “colui che non vuol sentire”. Qui l’esser “sordo” innanzi alle necessità del suo campo, a causa proprio dell'ego, comporterà quanto riportato.

A differenza invece del “sordo” della prima storia. Qui di sfondo si avrà, come riportato dal testo: " sulla terra degli albatri e liberi arbitri", anche il tema della scelta, ma questa è un’informazione aggiunta che poco rientra in tal specifico contesto. [...]  Il sordo, questa volta, è analizzato sotto un'ottica più positiva e sarà un germoglio che, metaforicamente, alla luce della vicenda raccontata, spiccherà il volo come un albatro, “trasformandosi in stormo”, quasi come fosse avvenuta una metamorfosi.


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